I personaggi del Presepe Napoletano hanno un valore simbolico importante: si rifanno, talvolta, ai culti pagani preecedenti al cristianesimo, culti che hanno radici profonde, oppure simboleggiano le virtù e i princìpi della fede cristiana.
Quelli che non possono mancare nel Presepe Napoletano sono questi:
Benino
Benino è il pastorello che dorme. Secondo alcune leggende il Presepe nascerebbe proprio da un suo sogno e cesserebbe di esistere nel momento in cui lui si dovesse svegliare. Questo personaggio simboleggia l’attesa del Natale, il cammino che ogni uomo percorre verso questo evento miracoloso. Conosciuto anche come "pastore della meraviglia" è di solito posizionato sotto un pagliaio
Il Vinaio
Il vinaio, o Oste, simboleggia l’Eucarestia, e fa parte del gruppo di personaggi dei venditori di cibo, che rappresentano allegoricamente i dodici mesi dell’anno: Gennaio: macellaio o salumiere; Febbraio: venditore di ricotta e di formaggio; Marzo: pollivendolo e venditore di altri uccelli; Aprile: venditore di uova; Maggio: coppia di sposi con cesto di ciliegie e di frutta; Giugno: panettiere; Luglio: venditore di pomodori; Agosto: venditore di anguria; Settembre: venditore di fichi o seminatore; Ottobre: vinaio o cacciatore; Novembre: venditore di castagne; Dicembre: pescivendolo o pescatore.
Ciccibacco
Questo buffo personaggio è collocato in una delle due grotte che si trovano ai lati della Natività. Porta un carretto trainato da buoi e trasporta le di botti di vino. rappresenta la personificazione del dio pagano Bacco. Ha un aspetto rubicondo e con il ventre prominente. In genere è accompagnato da zampognari e suonatori di flauto, richiamando così i riti dionisiaci dell'antichità. Ciccibacco, in qualche modo, ci ricorda quanto è sottile il confine tra sacro e profano.
Il Pescatore
È rappresentato con la camicia aperta sul petto, che rappresenta il popolo, e i pantaloni arrotolati sotto il ginocchio, come se stesse per entrare nell'acqua.. A volte porta la canna da pesca, a volte no, ma ha sempre accanto a sé il banco del pesce, un’altra delle figure caratteristiche del Presepe napoletano. Rappresenta la vita, ma anche il basso-inferno, l’Ade, contrapposto all’alto-mondo celeste incarnato dal Cacciatore. Ma il Pescatore richiama anche San Pietro, il ‘pescatore di anime’, e in generale la simbologia del pesce utilizzata ai tempi delle persecuzioni ai cristiani per indicare Gesù.
I due compari
i due compari, zi' Vicienzo e zi' Pascale, compagni di bevute e chicchiere, hanno l'aspetto di due amici allegri e spensiertai. In realtà sono la personificazione del Carnevale e della Morte. Nel cimitero delle Fontanelle a Napoli c'era un cranio detto “A Capa 'e zi' Pascale” al cui si attribuivano poteri profetici, e le persone lo interpellavano per chiedere consigli sui numeri da giocare al lotto.
La zingara
La zingara, tradizionalmente, è in grado di predire il futuro. Varie sono le interpretazioni su questa figura. Una leggenda vuole che, avendo predetto la nascita di Gesù e avendo peccato di presunzione fosse stata tramutata in civetta. La zingara col bambino in braccio simboleggia la profezia della fuga in Egitto mentre senza bambino richiama la passione di Cristo e la disperazione della Madonna. Si crede che sia erede della figura della Sibilla Cumana.
I Re Magi
Secondo la tradizione cristiana si mossero da oriente, punto di partenza del sole. Originariamente erano rappresentati in groppa a tre diversi animali, il cavallo, il dromedario e l'elefante che simboleggiavano l'Europa, l'Africa e l'Asia. Attualmente, le statuine li raffigurano in groppa a cammelli. Si trattava di sapienti con poteri regali e sacerdotali. Il Vangelo non parla del loro numero, che la tradizione ha fissato a tre, in base ai loro doni, oro, incenso, mirra, cui è stato poi assegnato un significato simbolico.